Accompagnamento nel fine vita

La fase terminale della malattia ha importanti e profonde ripercussioni sia sull’equilibrio personale e individuale, che in quello famigliare. Tali ripercussioni possono proseguire anche per molto tempo dopo la morte del congiunto. 

Ognuno affronta l’ultima fase della vita in modo diverso e qualunque sia la modalità di reazione deve essere rispettata.  

Allo stesso modo anche il caregiver, in questi momenti delicati e difficili, ha una reazione che può essere analoga a quella del proprio congiunto: da una fase di smarrimento e rifiuto si giunge al tentativo di reagire, alla preoccupazione per le cose da fare o riorganizzare, con l’intenzione di proteggere il proprio caro e di placare il senso di paura, impotenza e disperazione.  

Lo stare insieme in questi momenti può fare la differenza per chi ci sta lasciando e per i famigliari: è un’opportunità per condividere paure e stati d’animo che spesso sono simili e che, per questo motivo, diventano condivisibili.  

Ricevere un supporto psicologico accompagna il paziente nei suoi ultimi momenti e aiuta il famigliare a riconoscere le difficoltà determinate dalla situazione e a trovare le risorse per provare a superarle.